Vittorio Corona è stato un pittore italiano, nato a Palermo nel 1901 e morto a Roma nel 1966.
La sua avventura artistica inizia a Palermo già alla fine degli anni ’10, sotto la guida del pittore Giovanni Varvaro. Frequenta l’Accademia di Belle Arti, conseguendo l’abilitazione all’insegnamento del disegno, ma presto si distacca dall’ambiente dell’accademia per prendere contatto con i Futuristi. Tra i secondi anni ’20 e i primi anni ’30 diviene tra i pittori più noti del “Secondo Futurismo”, affermando la sua originale personalità in opere molto apprezzate da F.T. Marinetti e Giacomo Balla.
Alla metà degli anni ’30 è costretto per esigenze familiari a lasciare Palermo e ad accettare incarichi di insegnamento in giro per l’Italia, stabilendosi infine a Roma nel 1956. In questo periodo, pur isolandosi dai circuiti artistici ufficiali, continua a lavorare intensamente, sia dedicandosi alla ricostruzione e rielaborazione di opere futuriste disperse durante i bombardamenti di Palermo, sia realizzando una notevole serie di nuovi quadri a olio, tempere, acquerelli e disegni.
Vittorio Corona e il Futurismo
Con Pippo Rizzo e Giovanni Varvaro, Vittorio Corona costituisce il cosiddetto “triangolo siciliano d’avanguardia”. Veloci colline di lava ottimiste e creatrici, Marinetti definiva i tre pittori che introducono in Sicilia il Futurismo nelle arti figurative.
Nel 1926 apre a Palermo una casa d’arte assieme alla moglie Gigia, autrice di raffinati arazzi, basati sui disegni del marito.
Dal 1927 partecipa alle principali manifestazioni nazionali e internazionali dei futuristi e alle più importanti mostre pittoriche nazionali, con opere come La caduta delle stelle, Onda Marina+sirene del mare, Vegetazione, Armature d’Amore, Dinamismo aereo, Supermarino, Raffiche di vento, che riscuotono un notevole successo. Scrive Eva di Stefano in Vittorio Corona (Sellerio, 1983):
“Non si tratta di uno dei tanti epigoni del futurismo, bensì di una particolare declinazione dello stesso ed alcune sue opere come La caduta delle stelle, Onda Marina o Supermarino sono da porre ai vertici dell’arte italiana tra il ’20 ed il ‘30”.
Il rapporto di Vittorio Corona con il Futurismo, che negli anni cinquanta e sessanta si sviluppa in un suo particolare “neofuturismo” è stato analizzato da Enrico Crispolti nella monografia Vittorio Corona attraverso il Futurismo (Celebes, 1978) che ha restituito “per la prima volta un adeguato profilo storico-critico” del pittore.
Il catalogo generale di Enrico Crispolti
Il recente studio di Enrico Crispolti, Vittorio Corona, Catalogo ragionato dei dipinti e delle opere su carta (De Luca Editori d’Arte, 2015), sulla base di un archivio di documenti e schede tecniche relative a oltre mille opere custodito dalla famiglia Corona, costituisce un’opera di “ricognizione esaustiva” che, come sottolineato dallo stesso autore, consente di ricostruire “la personalità di un vero maestro … attraverso una documentazione rigorosamente accertante le opere effettivamente di sua autografia”.
Viene fornita una documentazione adeguata non solo della stagione futurista e neo-futurista, ma anche di tutti gli altri aspetti dell’attività creativa del pittore, lungo oltre mezzo secolo. In particolare vengono evidenziati, come scrive il critico, “l’originalità di proposte pittoriche figurative, tra arcaismo classico ed espressionismo”, i progetti di “scatenamenti visionari” e “la lunghissima stagione dei suoi raffinatissimi acquerelli … che ne fanno un maestro di quel particolare mezzo (fra i maggiori, non soltanto in Italia)”.
Nel catalogo le opere sono classificate in sette grandi capitoli che riflettono i temi principali della produzione artistica di Vittorio Corona:
- Simbolismo sensuale (1920-1926)
- Futurismo solare (1924-1933)
- Fra espressionismo, naturalismo e realismo (1925-1949)
- Acquerelli e disegni acquerellati (1919-1964)
- Fra postcubismo iconico e neofuturismo dinamico urbano (1948-1966)
- Iconosfera familiare
- Arte sacra
Gli acquerelli
Raffinati acquerelli rappresentano un grande filone, ancora in parte da rivalutare, dell’opera del pittore dai primissimi esordi del 1919 fino alla metà degli anni sessanta.
Ha scritto Renato Guttuso nella presentazione della mostra di acquarelli alla Galleria del Vantaggio di Roma (1957):
”Corona, fuori dalle esposizioni ufficiali, dal rumore e dalle polemiche … ha espresso il suo amore per la natura e per la vita in centinaia di acquerelli, in molti disegni e dipinti … Forse solo una solitudine tanto sofferta e una vita tanto gravosa hanno potuto permettere all’artista di ritrovarsi con la natura e con la poesia, in modo tanto diretto e semplice, tanto essenziale. La gentilezza del tocco, la traccia esile del disegno, la grazia e la naturalezza dell’immagine colpiscono lo spettatore … Dipingere questi acquerelli deve averlo aiutato a vivere, riposato ed esaltato. Ora essi hanno il potere di consolare gli altri, come solo all’arte è dato fare.”
In questo sito, accanto alla biografia dell’artista e ad una bibliografia essenziale, è riportata una selezione delle opere che illustra i temi principali della sua produzione artistica. Notizie bio-bibliografiche dettagliate e una descrizione completa delle opere di Vittorio Corona si possono trovare nel catalogo di Enrico Crispolti.